di Flavio Faraco della 5O
<<Siamo attori che si identificano come gay, bisex, trans […] non siamo stati in grado di parlare apertamente della nostra vita privata senza temere ripercussioni sulla nostra vita professionali>>.
Questo è il grido di esasperazione, lanciato su un magazine nazionale il 5 febbraio 2021, da 185 attori e attrici tedeschi contro le discriminazioni nel mondo dello spettacolo. Del gruppo, il cui manifesto ha il nome simbolico e significativo di #ActOut fanno parte anche volti noti della tv tedesca, come Eva Meckback, Karin Hanczewski, Mehmet Atesci e tanti altri. Essi sostengono di esser sempre stati costretti da manager, colleghi e in generale dalle varie figure del mondo dello spettacolo a non dichiarare apertamente il proprio orientamento sessuale per non intaccare la loro vita professionale. Nel mondo televisivo non è la prima volta che accade un atto di “repressione sessuale”; infatti, anche Hollywood imponeva standard, sia di bellezza, sia sessuali, rigidi dove l’uomo era forte, virile, con dei valori tradizionali e puritani, in puro stile USA del dopoguerra, in questa ottica è difficile vedere tolleranza sessuale, come razziale del resto. Era totalmente impossibile commercializzare una pellicola con una storia omosessuale senza che si sollevassero urla di scalpore e scandalo da parte della classe media americana (cristiana al 100% ovviamente). Ma non bisogna pensare che non esistessero attori e attrici di orientamento sessuale non etero, su questo l’industria cinematografica più famosa d’America era relativamente permissiva, concedendo agli attori di vivere liberamente la propria sessualità, ma in privato e senza che ciò emergesse mai. Si pensa addirittura che ci siano stati alcuni matrimoni “combinati” per mascherare l’omosessualità di alcuni attori, coppie “normali” davanti ai riflettori, ma solo grandi amici nel privato. Ovviamente si parla di epoche differenti, la protesta degli attori tedeschi è avvenuta recentemente, mentre questa situazione di Hollywood ha radici nelle pellicole in bianco e nero. Ciò ci fa chiaramente intendere come il cosiddetto “problema” dell’orientamento sessuale sul grande schermo duri da moltissimi anni e sia sostanzialmente il riflesso di una cultura maschilista; attualmente però la situazione sembra destinata a cambiare, grazie anche al coming out di massa degli artisti tedeschi e ai messaggi positivi dell’opinione pubblica, che incita gli attori a dichiarare senza remore le proprie preferenze sessuali. Un ulteriore problema si verifica nel momento in cui agli attori dichiaratamente omosessuali vengono proposte parti di protagonisti dello stesso orientamento sessuale e spesso dai modi di vivere fuori dal comune, viceversa ad attori etero sono difficilmente affidate parti di personaggi omosessuali; queste scelte dell’industria cinematografica sembrano da un lato sottintendere che attori omosessuali non siano capaci di interpretare correttamente personaggi etero e dall’altro ribadiscono lo stereotipo che l’omosessualità comporti necessariamente uno stile di vita eccentrico.
“Non dobbiamo per forza essere ciò che interpretiamo” è una frase pronunciata da uno degli attori della protesta in Germania, ed è perfettamente condivisibile nella misura in cui non bisogna per forza essere etero per poter interpretare il latin lover o il padre di famiglia di turno, è una recita, gli attori svolgono con professionalità il loro mestiere, ergo non si intravede il problema. La bravura di un attore si misura certamente nella sua capacità di calarsi nei ruoli più disparati e diversi da loro.
Purtroppo il mondo dello spettacolo deve fare i conti con una parte della società ancorata a vecchi dettami e stereotipi che non potrebbero accettare l’idea che il loro idolo sia omosessuale ma, fortunatamente, sono idee in netta minoranza e destinate a sparire.
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